Nemesi
è una dea della religione e mitologia greca, secondo alcuni figlia
di Zeus, secondo altri figlia di Oceano e Notte e poi posseduta dallo
stesso Zeus nel tempio di Ramnunte, dal quale nacque l'uovo di Elena
(o trovato ed allevato dalla dea Leda).

Nemesi
provvedeva soprattutto a metter giustizia ai delitti irrisolti o
impuniti, distribuendo e irrorando gioia o dolore a seconda di quanto
era giusto, perseguitando soprattutto i malvagi e gli ingrati alla
sorte.
Non
esiste una Dea corrispettiva nella Religione romana, che invece
ereditò l'ora Diche come Dea della giurisdizione (l'attuale
Justitia, quella con la benda agli occhi e la bilancia in mano);
tuttavia, i Romani dedicarono a Nemesi un'ara sul Campidoglio, dove i
soldati erano soliti deporre una spada prima di partire per la
guerra.
Significato
Nemesi
significa distribuzione
del Fato, intesa come Giustizia
Compensatrice o
Riparatrice,
od interpretata anche come Giustizia
Divina. Oggi questo
termine si usa anche per intendere una situazione negativa che giunge
immediatamente dopo un periodo particolarmente fortunato, sempre come
atto predestinato alla compensazione. L'idea che soggiace a questo
termine è di un mondo che risponde ad una legge di armonia, per cui
il bene debba essere compensato dal male in egual misura.
In
letteratura e filosofia il termine fu usato anche col significato di
sdegno,
indignazione,
da Omero (Odissea)
e Aristotele (nel'Etica
Nicomachea) col
significato di vendetta/castigo
da scrittori come Erodoto, Claudio Eliano (Varia
historia) e Plutarco.
Nella
Theologumena arithmeticae
di Giamblico ha il valore numerale di 5. A volte il termine viene
anche erroneamente usato con il significato di nemico
(che però deriva dal latino inimicus,
quindi con una etimologia del tutto distinta).
In
Astronomia poi, secondo una curiosa ipotesi, è il nome che fu dato
alla stella Nemesis, la presunta sorella del nostro Sole.