Moire


Le tre Moire, assimilate anche alle Parche romane e alle Norne norrene, sono figure appartenenti alla mitologia greca. Nella Teogonia di Esiodo compaiono due volte: come figlie della Notte e come figlie
di Zeus e Temi, erano la personificazione del destino ineluttabile. Il loro compito era tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo ed infine reciderlo segnandone la morte.

Il Mito
Le Moire è il nome dato alle figlie di Zeus e di Temi o secondo altri di Ananke.

I Nomi
Erano tre:
  • Cloto, nome che in greco antico significa "io filo", che appunto filava lo stame della vita.
  • Lachesi, che significa "destino", che lo avvolgeva sul fuso e stabiliva quanto del filo spettasse a ogni uomo
  • Atropo, che significa "inflessibile", che, con lucide cesoie, lo recideva, inesorabile.
La lunghezza dei fili prodotti può variare, esattamente come quella della vita degli uomini. A fili cortissimi corrisponderà una vita assai breve, come quella di un neonato, e viceversa. Si pensava ad esempio che Sofocle, uno dei più longevi autori greci (90 anni), avesse avuto in sorte un filo assai lungo.
Si tratta di tre donne dall'anziano aspetto che dimorano nel regno dei morti, l'Ade.
Il sensibile distacco che si avverte da parte di queste figure e la loro totale indifferenza per la vita degli uomini accentuano e rappresentano perfettamente la mentalità fatalistica degli antichi greci.
Pindaro, in epoca più tarda, le indicò invece come le ancelle di Temi, al suo matrimonio con Zeus.
Esse agivano spesso contro la volontà di Zeus. Ma tutti gli dei erano tenuti all'obbedienza nei loro confronti, in quanto la loro esistenza garantiva l'ordine dell'universo, al quale anche gli dei erano soggetti.
Nonostante molti pensino che le Moire avessero un solo occhio e che se lo passassero vicendevolmente, come nel film di animazione Disney Hercules, bisogna dire che si tratta di una convinzione errata. Questa caratteristica, infatti, è propria delle Graie, come si può ben notare nel mito di Perseo, dove queste ultime vengono descritte con un solo occhio e un solo dente, dei quali fanno uso a turno. E sarà proprio questa loro debolezza che permetterà a Perseo di scoprire il nascondiglio delle Gorgoni.