Nella
mitologia greca, il vaso di Pandora (chiamato anche scrigno di
Pandora) è il leggendario contenitore di tutti i mali che si
riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Descrizione
Secondo
il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le
opere e i giorni, il
vaso era un dono fatto a Pandora da Zeus, il
quale le aveva raccomandato di non aprirlo.
Pandora,
che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono
della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così
tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della
vecchiaia,
gelosia,
malattia,
pazzia
e il vizio.
Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis),
che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse
chiuso di nuovo. Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto
libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini
erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il
mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto,
finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza
ed il mondo riprese a vivere.
Con
il mito del vaso di Pandora la teodicea greca assegna alla curiosità
femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell'uomo.
Nella Cultura di
Massa
Al
giorno d'oggi l'espressione vaso
di Pandora viene usata
metaforicamente per alludere all'improvvisa scoperta di un problema o
una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e
che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare.
Un'altra espressione dal significato simile è "far uscire il
genio dalla bottiglia".
Il
vaso di Pandora, come molti altri elementi della mitologia greca, è
stato più volte ripreso nella cultura moderna, sebbene a volte la
leggenda venga modificata riadattandola al contesto in cui è
inserita. Rielaborazioni del mito si trovano ad esempio in alcune
serie di videogiochi.