Notte o Nyx è una delle
divinità primordiali della mitologia greca.
Secondo
la Teogonia di Esiodo, Notte era figlia di Caos, mentre nella
cosmogonia orfica era figlia di Fabulae, Igino
la dice figlia di Caos e di Caligine. Sempre secondo Esiodo, Notte
era la personificazione della notte terrestre, in contrapposizione al
fratello Erebo, che rappresentava la notte del mondo infernale. Era
inoltre contrapposta ai suoi figli Etere (la luce) ed Emera (il
giorno).
Phanes; nelle
Notte
era una delle divinità più antiche, e dimorava nell'Ade; secondo
Omero, anche Zeus ne aveva paura.
Questa
divinità fu ripresa nella mitologia romana con il nome di Nox.
Figli
di Nyx
Notte fu madre di alcune delle altre divinità primordiali: secondo
Esiodo (Teogonia) e Cicerone (De natura deorum), da suo
fratello Erebo Notte ebbe Etere ed Emera; secondo Cicerone e
Igino fu madre anche di Eros, sempre da Erebo; Bacchilide afferma
invece che Emera la concepì con Crono.
Oltre
a questi figli, le è attribuita la maternità anche di numerose
altre figure della mitologia greca, perlopiù daimones (a
volte detti "personificazioni"). Nella Teogonia,
Esiodo dice che, Notte generò dei figli senza la controparte
maschile.
Anche
Igino le attribuisce più o meno gli stessi figli, ma stavolta
generati con Erebo.
Altre
fonti le attribuiscono poi diversi altri figli: ad esempio, sia da
Cicerone che nell'Argonautica Orphica è detta madre di Urano;
Bacchilide (Frammento 1b) le attribuisce Ecate; la maternità
delle erinni le viene attribuita da Eschilo (Le Eumenidi),
Licofrone (Alessandra), Ovidio (Le metamorfosi) e
Virgilio (Eneide). Nell'Eracle di Euripide è detta
anche madre di Lissa, concepita quando venne a contatto col sangue
che Urano perse quando venne evirato da Crono.
Dai
romani era considerata anche madre di Erumna (Aerumna in
latino), la dea dell'incertezza e dell'inquietudine, in costante
compagnia del Dolore e del Timore.