Momo
(biasimo) è una figura della mitologia greca, figlio della Notte
(Nyx).
Cicerone
lo dice figlio della Notte e di Ipno (Hypnos).
Era
rappresentato come un omino calvo e minuto, senza vestiti e con in
mano una maschera ed un bastone.
Secondo
Esiodo personificava il sarcasmo e la mania di censurare. Si infuriò
quando non riuscì a criticare in alcun modo Afrodite.
Secondo
un'altra tradizione fu proprio Momo a criticare Zeus quando il padre
degli dei voleva distruggere l'umanità con fulmini e inondazioni,
convincendolo invece a favorire il matrimonio di Teti e Peleo, che
avrebbe portato alla fine del regno degli eroi.
Secondo
un'altra versione, pare che Zeus lo abbia cacciato dall'Olimpo, dopo
che Momo aveva criticato aspramente un animale creato dal re degli
dei.
Secondo
un mito fu invitato da Zeus, Atena e Prometeo e far da giudice su chi
di loro avesse fatto la miglior invenzione; Zeus presentò il toro,
Atena la casa e Prometeo l'uomo, ma Momo ritenne che ad ognuno
mancasse qualche cosa. Il toro aveva le corna poste, non sopra gli
occhi, ma ai lati della testa, rendendo più difficile colpire il
bersaglio. La casa non era trasportabile. All'uomo mancava un modo
per vedere nel proprio cuore e nei propri sentimenti. Gli dei,
infine, si stancarono della sua indole troppo burlesca e lo
scacciarono dall'Olimpo.