Divinità ancestrale, figlio di Caos e fratello della Notte, è la personificazione dell'oscurità, e con il
termine "Erebo" infatti si possono indicare anche gli Inferi. Con la sorella generò Emera (personificazione del giorno) ed Etere (personificazione del cielo più alto, dove c'è la luce pura), Ipno (dio del sonno) e anche Caronte. Oltre a questi, Erebo generò con la Notte anche le tre Moire, ovvero Cloto, la tessitrice del filo della vita degli uomini, Lachesi, la misuratrice del filo stesso, e per ultima la più temibile: Atropo, colei che recide il filo.
Questo
mito simbolizza, secondo i filosofi antichi, la manifestazione del
cosmo a partire dal caos o essenza immanifesta. La luce dell'etere e
del giorno è il Logos; essendo il caos l'ombra del principio supremo
la luce è il principio spirituale, sua prima manifestazione.
Oltre
ad Etere e ad Emera, Erebo ebbe dalla Notte altri figli: non si
trattava di vere e proprie divinità, ma di personificazioni di
astrazioni.